SINNER-WADA, COSA NON TORNA: IL DIETROFRONT, LA CRISI, IL TAGLIO DEI FONDI, LA FUGA DEGLI SPORT E I RISCHI PER L'AGENZIA ANTIDOPING

Perché la Wada ha offerto a Sinner un accordo? Rimangono dubbi sulla scelta dell'agenzia mondiale antidoping. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni del portavoce, James Fitzgerald, pochi giorni prima della decisione. «Chiederemo un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni». Per quale motivo, allora, la squalifica è stata ridotta a tre mesi? Tra tagli dei fondi da parte degli Stati Uniti e perdita di credibilità, la Wada è a un bivio.

   

Il dietrofront

In un'intervista a La Stampa, il portavoce della Wada, James Fitzgerald, aveva ribadito la posizione nei confronti di Jannik Sinner poco prima dell'accordo. «Come abbiamo dichiarato a settembre, la Wada ritiene che la conclusione di ‘nessuna colpa o negligenza’ non fosse corretta secondo le norme correnti, e chiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni». Fitzgerald ha proseguito: «La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato, ha proseguito Fitzgerald, salvo quelli già imposti in primo grado. Poiché la questione è ora pendente dinanzi al TAS, la Wada non commenterà ulteriormente». Poi, però, c'è stato il dietrofront.

 

La crisi

La Wada sta vivendo un periodo di crisi. L'efficacia dell'organizzazione è già stata più volte messa in discussione dall'agenzia antidoping statunitense (USADA) e dal governo degli Stati Uniti. Finanziata dai governi nazionali (budget per il 2025 poco meno di 50 milioni di sterline), all'inizio di quest'anno il governo statunitense ha trattenuto un pagamento di 2,8 milioni di sterline. Perché? Per la decisione dell'agenzia di non prendere provvedimenti contro 23 nuotatori cinesi coinvolti in uno scandalo di doping nel 2021. Peraltro gli Stati Uniti sono il maggior contribuente.

Come evidenziato da The Conversation, il pericolo è che la WADA possa essere costretta a prendere decisioni che favoriscano i principali finanziatori: se si viene pagati da organizzazioni che hanno un interesse personale nei risultati, si potrebbe creare un conflitto di interessi fondamentale.

 

Lo scontro tra Stati Uniti e Cina

Lo scontro tra Stati Uniti e Cina sul caso del doping dei nuotatori orientali può aver influito sull'accordo di Sinner. Partiamo da quanto accaduto prima delle Olimpiadi di Tokyo del 2021. Alcuni atleti della nazionale cinese erano stati accusati di aver alterato le proprie prestazioni. La Wada non era intervenuta e l'USADA l'ha accusata di non essere stata abbastanza forte nell'applicare le sue regole. Poi il conseguente taglio dei fondi statunitensi. Sarebbe quindi comprensibile che l'organizzazione abbia voluto mostrare di avere un peso con il caso del tennista italiano.

 

Perché la Wada ha accettato l'accordo?

«La WADA ha evidentemente ritenuto vantaggioso l'accordo, che le ha evitato il rischio di un giudizio di totale proscioglimento di Sinner, epilogo che era molto realistico», ha commentato al Messaggero l'avvocato Enrico Lubrano. Perché il proscioglimento era realistico? «Era sicuramente più probabile rispetto alla condanna, perché l'accusa della WADA consisteva in una richiesta di diligenza oltre ogni ragionevolezza».

 

La positività e la responsabilità

Un'indagine condotta da Edmund Willison su Honest Sport ha scoperto che negli ultimi anni decine di atleti italiani sono risultati positivi al clostebol, tra cui anche giocatori di tennis di livello inferiore. La sostanza in Italia si trova in diversi prodotti, tra cui le creme da banco utilizzate per curare i tagli (il metodo in cui Sinner sarebbe stato contagiato secondo la sua difesa). Dopo essere stata informata della positività dei test ad aprile, l'équipe del giocatore è riuscita a identificarne rapidamente la causa. Indicando che il fisioterapista Giacomo Naldi aveva utilizzato una crema contenente la sostanza per curare un taglio sulla mano prima di massaggiarlo.

 

I rischi

Se il TAS avesse stabilito che Sinner non aveva alcuna responsabilità per le azioni dei membri della sua squadra, sarebbe stata una dura sconfitta per l'organizzazione. Una sentenza che avrebbe creato un precedente importante. Con la possibilità di ricorsi anche in futuro. 

 

Come cambierànno i giudizi sul doping

L'avvocato australiano Tim Fuller (in passato uscito vincitore da controversie sul doping contro la Wada) ritiene che il caso Sinner abbia segnato un cambiamento significativo, con possibili conseguenze di vasta portata. Il primo riguarda i casi correlati all'entità di un test positivo. «Penso che in questo caso ci sia assolutamente una differenza abbastanza evidente e cioè che la WADA, nel suo comunicato stampa, ha fatto riferimento al fatto che non c'era alcun aspetto di miglioramento delle prestazioni in questo farmaco», ha commentato a Fox news. «C'era una quantità farmacologica minima e irrilevante nel suo corpo e non ha giovato in alcun modo alle sue prestazioni».

E questo aspetto, secondo il legale, evidenzia che in futuro i tribunali potranno prendere in considerazione (quando si trovano piccole quantità di clostebol nel corpo di un atleta) se ciò può avere un potenziale miglioramento delle prestazioni.

 

Fuga degli sport dalla Wada?

Alcuni degli sport più importanti al mondo non sono firmatari del codice antidoping, come la NFL e la UFC. Questa decisione, quindi, mette in discussione il ruolo della WADA in relazione all'antidoping.

«Potremmo assistere a un'ulteriore evaporazione del supporto per la WADA e le sue regole – commenta a Fox news l'avvocato australiano Tim Fuller – e potremmo persino vedere altri sport allontanarsi dalla WADA e dalle sue regole».

 

Le scelte di Trump

È probabile che la crisi di Wada si aggravi nel 2025. Donald Trump, scettico nei confronti delle organizzazioni globali, è difficile che torni indietro sulla decisione presa nel 2024 dall'amministrazione Biden sul taglio dei fondi. Travis Tygart, capo dell'agenzia antidoping statunitense, ha affermato: «Gli Stati Uniti sono stati il governo che ha pagato di più alla Wada sin dalla sua fondazione nel 2000 e sono stati un convinto sostenitore dell'esistenza di un efficace sistema antidoping globale per proteggere gli atleti che competono ai massimi livelli. Tuttavia, la scelta di trattenere i pagamenti alla Wada è effettuata per la prima volta sotto la prima amministrazione Trump quando l'inefficacia della Wada è stata esposta nel programma di doping sponsorizzato dallo Stato russo».

Un'indagine ha dimostrato che la Russia aveva messo in atto un programma di doping sponsorizzato dallo Stato di Putin almeno a partire dal 2011, allo scopo di sovvertire e indebolire i protocolli antidoping, tra cui la falsificazione di campioni prelevati dagli atleti russi alle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014.

2025-02-18T14:21:59Z